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Ep.46 – Il primo passo verso l’autorealizzazione

13.01.2025

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Trascrizione episodio

Noi abbiamo disponibili in memoria non solo le concezioni di chi siamo nel presente, ma anche immagini di chi eravamo nel passato e visioni di ciò che saremo nel futuro. Queste ultime sono rappresentazioni che ci creiamo, i Sé possibili, che riguardano ciò che ci aspettiamo, desideriamo, o anche temiamo, potremmo diventare nel futuro.

Questo è un punto molto importante perché riguarda il come ci creiamo gli obiettivi, come mettiamo in atto i passi per raggiungerli e come, passo dopo passo, ci creiamo in questo modo il nostro destino. Riguarda anche come evitiamo determinati obiettivi. Alle volte non siamo nemmeno consapevoli di quanto un Sé possibile desiderato, ma che all’improvviso sentiamo divenuto impossibile, diventi un blocco insuperabile che può far vanificare lo sforzo anche di anni.

Questa azione demotivante da parte di Sé possibili divenuti impossibili, o addirittura temuti, mi è capitata almeno due volte nella mia vita, come racconto nel mio libro La Mora Magica.

Ho riportato nel libro due episodi di svolta nella mia vita, e ce ne sono stati tanti altri, perché sono esemplificativi di quanto ci si possa far trascinare da Sé possibili non ben ponderati, inquinati da Sé imperativi e bisogni non chiariti, e quanto il dialogo interiore e le convinzioni possano in questi casi non essere allineate con il progetto, che dal quel punto in avanti può avanzare esclusivamente con la forza di volontà.

E questo, come ben sappiamo, è uno sforzo che non può durare a lungo se non è sostenuto dal desiderio e dal sogno, se non è sostenuto dalla forte convinzione che esso si avvererà, che troveremo comunque un modo per realizzarlo. Se non è sostenuto da un Sé possibile che sia davvero tale e che sia ben ponderato.

Piuttosto che pensare al futuro ponendoci obiettivi generici e impersonali (come per esempio “diventare più sereni”) oppure sotto forma di minacce percepite (per esempio “evitare di ammalarsi”), noi diamo forma a Sé possibili altamente specifici, desiderati oppure temuti, che guidano il modo in cui pensiamo noi stessi e in cui selezioniamo situazioni e ruoli sociali.

Gli obiettivi che perseguiamo sono tesi alla valorizzazione del nostro Sé e alla sua conferma. Sia la valorizzazione, che la conferma del Sé, sono strettamente legate alle convinzioni che abbiamo su noi stessi, e hanno un impatto molto forte sui tipi di obiettivi che intendiamo raggiungere e in definitiva sulla qualità della nostra vita.

Purtroppo perseguiamo tale conferma anche quando abbiamo un’immagine di noi stessi non proprio positiva, perché paradossalmente cercheremo di ottenere obiettivi che andranno a confermare questa immagine. L’attaccamento che sviluppiamo nei riguardi della nostra identità è molto forte, tanto da farci scivolare via senza assorbirli anche i rimandi positivi che gli altri o le situazioni stesse ci danno, ma che non collimano con le immagini negative che abbiamo di noi stessi.

Ad esempio, se pensi di essere una persona che gli altri cercano di evitare, agirai più o meno consapevolmente in un modo che spinge gli altri ad evitarti. Nello sforzo inconsapevole di rafforzare le tue convinzioni, potrai addirittura manipolare gli altri, se necessario, per ricavarne reazioni di conferma. Se la mia convinzione è di non essere in grado di avere successo nell’ambito lavorativo, andrò inconsapevolmente a cercarmi situazioni in cui il fallimento sarà altamente probabile. È il fenomeno che in psicologia si chiama profezia che si auto-avvera.

Le convinzioni che vanno a formare il nostro concetto di Sé hanno a che fare con l’autostima, ovvero il valore e l’auto-valutazione che ci attribuiamo in quanto persone, per il fatto stesso di esistere, perché la nostra esistenza in questo mondo è un valore di per sé.

Cerchiamo persone, attività e situazioni che confermino le convinzioni che abbiamo, siano esse valorizzanti piuttosto che sminuenti.

Riflettendo su tutto questo, puoi comprendere quanto sia auspicabile un’attenta riflessione su come hai generato quel Sé possibile che ti ha instradato in un percorso piuttosto che in un altro. Una sua mancata chiarezza, quando ci troviamo davanti ad una decisione importante o a un bivio nella nostra vita, ci porta prima o poi a dover riconsiderare le scelte fatte. E tuttavia, nonostante il costo pagato, queste esperienze sono un’importante fonte di apprendimento e sono comunque preziosissime perché hanno fatto di noi ciò che siamo adesso.

Ma ad una condizione: che ogni esperienza, come affermo nel libro, ogni tuffo in una drupa della mora magica ci faccia riemergere arricchiti interiormente, sempre più consapevoli di chi siamo, e che ci aiuti a intraprendere e mantenere una direzione di vita sempre più aderente alla nostra essenza e perciò sempre più densa di significato. Riprenderemo più avanti questo discorso in modo dettagliato e pratico.

Ciò che viene comunemente definito “fallimento”, o che tu consideri come tale, è in realtà un modo con cui la vita ti sta dicendo che ti stai muovendo nella direzione sbagliata. Così come un senso di vuoto, d’insoddisfazione, di confusione riguardo la propria direzione di vita, di assenza di motivazione, di energia e voglia di fare, ci possono dare un forte segnale che dobbiamo riconsiderare il nostro cammino per riallinearci alla nostra essenza.

In un suo discorso ai neolaureati dell’Università di Boulder, in Colorado, poi riportato in un suo libro, Pema Chödrön esordisce così: «Fallisci, fallisci ancora, fallisci meglio».

L’autrice cita James Joyce nell’Ulisse: «gli errori possono essere gli ingressi verso una scoperta», ed esorta a «diventare curiosi riguardo alle circostanze esteriori e a come vi influenzano, notando cosa rivelano le parole e qual è la vostra discussione interiore: questa è la chiave».

Quando tocchi il fondo, cosa ti stai dicendo? Qual è la storia che ti stai raccontando? Quando ti senti fuori strada, la miglior cosa che puoi fare, anche se non facile, è stare ferma e ascoltarti. Prima di fare qualsiasi altra prossima mossa. Prima di farti attrarre da qualsiasi altra drupa della Mora Magica.

Questo è il primo passo indispensabile verso l’autorealizzazione.


Immagine di Cristina Kadmon, tratta da La Mora Magica – riaccendi l’energia interiore e ritrova la passione del fare

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